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giovedì 16 gennaio 2014
lunedì 13 gennaio 2014
Ci stanno pensando...
I prof a lezione di Facebook
per combattere il cyberbullismo
Lo prevede un ordine del giorno approvato oggi dal Senato. I docenti di medie e superiori saranno formati per tutelare gli alunni dai pericoli dei social network
di STEFANO PAROLAA presentare l'"odg" durante la conversione in legge del decreto Scuola è stata la senatrice novarese Elena Ferrara, che negli ultimi mesi ha lavorato a un dossier proprio sul cyberbullismo, cui ha collaborato anche il padre di Carolina Picchio, la giovane di Novara che a gennaio si è tolta la vita dopo che alcune sue foto erano finite sui social network scatenando la derisione dei suoi coetanei.
Cyberbullismo=Attenzione
Attenzione verso chi e cosa? Gli adolescenti, definiti "nativi digitali" non hanno nessuna difficoltà ad usare le nuove tecnologie... attenzione alle insidie.
Tutto questo può avvenire utilizzando diverse modalità offerte dai nuovi media. Alcuni di essi sono:
• Telefonate
• Messaggi (con o senza immagini)
• Chat sincrone
• Social network (per esempio, Facebook)
• Siti di domande e risposte
• Siti di giochi online
• Forum online
Le modalità specifiche con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono molte. Alcuni esempi sono:
• pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network;
• postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (anche quelle false);
• rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima;
• insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, mail, social network, blog o altri media;
• facendo minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.
Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo (scolastico o più in generale nei luoghi di aggregazione dei ragazzi) o essere comportamenti solo online.
Attenzione verso chi e cosa? Gli adolescenti, definiti "nativi digitali" non hanno nessuna difficoltà ad usare le nuove tecnologie... attenzione alle insidie.
Internet ha aperto nuove possibilità per tutti noi. L’altra faccia della medaglia è però rappresentata dai rischi legati ad un uso improprio di questo strumento: tra questi c’è il cyberbullismo.
Per i giovani che stanno crescendo a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita offline è davvero minima. Le attività che i ragazzi svolgono online o attraverso i media tecnologici hanno quindi spesso conseguenze anche nella loro vita reale. Allo stesso modo, le vite online influenzano anche il modo di comportarsi dei ragazzi offline, e questo elemento ha diverse ricadute che devono essere prese in considerazione per comprendere a fondo il cyberbullismo.Qui trovate le risposte alle domande che più frequentemente ricorrono su questo tema: avrete modo di capirne le cause e gli effetti e cosa fare per aiutare bambini ed adolescenti a mettere in atto comportamenti responsabili, senza essere autori, vittime o coloro che guardano senza reagire.Si può definire cyberbullismo l’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altre persone.
Tutto questo può avvenire utilizzando diverse modalità offerte dai nuovi media. Alcuni di essi sono:
• Telefonate
• Messaggi (con o senza immagini)
• Chat sincrone
• Social network (per esempio, Facebook)
• Siti di domande e risposte
• Siti di giochi online
• Forum online
Le modalità specifiche con cui i ragazzi realizzano atti di cyberbullismo sono molte. Alcuni esempi sono:
• pettegolezzi diffusi attraverso messaggi sui cellulari, mail, social network;
• postando o inoltrando informazioni, immagini o video imbarazzanti (anche quelle false);
• rubando l’identità e il profilo di altri, o costruendone di falsi, al fine di mettere in imbarazzo o danneggiare la reputazione della vittima;
• insultando o deridendo la vittima attraverso messaggi sul cellulare, mail, social network, blog o altri media;
• facendo minacce fisiche alla vittima attraverso un qualsiasi media.
Queste aggressioni possono far seguito a episodi di bullismo (scolastico o più in generale nei luoghi di aggregazione dei ragazzi) o essere comportamenti solo online.
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